Ecco, alea iacta est: la decisione è presa.
Avete di recente ricevuto un’offerta di lavoro all’estero; avete conosciuto e vi siete innamorati di un/a meraviglioso/a uomo/donna che vivono altrove; i vostri genitori hanno deciso che la famiglia deve emigrare oppure ancora siete in partenza alla cavolo, vi volete lanciare all’avventura, zaino in spalla e dizionario in tasca, verso un meraviglioso luogo lontano e sconosciuto.
Avete soppesato i pro e i contro per mesi, avete riflettuto a lungo su quello che state per fare, avete trascorso orride notti con gli occhi spalancati nel tentativo di capire se avreste fatto la cosa giusta. Oppure anche no: una mattina vi siete svegliati e avete deciso che in capo a un mese avreste dovuto a ogni costo vivere in Mozambico, pena la vostra felicità, senza curarvi troppo delle conseguenze.
Per ciascuno di questi diversi casi, una cosa è certa: in cuor vostro siete sereni che, una volta emigrati, non perderete i contatti con la madre patria; che i vostri amici vi rimarrano vicini, che vi skyperanno, facebookeranno, twittereranno, whatsapperanno e magari vi scriveranno anche una cara, vecchia e-mail non appena possibile, pur di non vedervi allontanare sul piano emotivo. In un’epoca connessa e globale come la nostra, come si può pensare di perdere il legame con degli amici veri solo a causa della distanza geografica? Ridicolo!
Siete certi, insomma, che anche all’estero sarà come essere lì, a casa, che i cuori vostri e dei vostri amici [parlo di amici, non di conoscenti] continueranno a battere all’unisono come se non vi foste mai allontanati. Orbene, lasciatevelo dire, siete degli ingenui: siete candidi e idealisti. Per carità, in questo non vi è nulla di male: lo sono anche io. Ma è bene che, prima di partire, sappiate che:
– Sulle prime i vostri amici saranno straziati dalla vostra partenza e organizzeranno – si spera – feste e festini per salutarvi e abbracciarvi a lungo prima di non vedervi più con regolarità. Vi lasceranno anche un regalino a perenne memoria del legame irrecidibile che vi tiene uniti. Tutto ciò è meraviglioso.
– I primi mesi del vostro espatrio sarà tutto un fiorire di e-mail, messaggi su FB, sms per chiedervi come state, come va, come vi trovate in quella terra selvaggia e dirvi quanto avvertono la vostra mancanza. Tutto ciò è meraviglioso.
– Col passare del tempo, com’è perfettamente naturale e persino “expected” questo entusiasmo nei vostri confronti scemerà e il numero e la frequenza dei contatti diminuirà drasticamente. Tutto ciò non è affatto meraviglioso, ma fa parte della realtà dei fatti: siete lontani fisicamente e quindi più difficili da contattare. Accettatelo.
– In conseguenza delle ovvietà elencate sopra, siate consapevoli che toccherà spesso a voi, se non sempre, prendere l’iniziativa e contattare i vostri amici rimasti a casa. Perché alla fine siete voi che vi sentite soli in terra straniera e avete bisogno di mantenere il legame con la madre patria. Non loro.
– Purtroppo qua viene l’inghippo e la grande rivelazione che ho avuto io in questi anni: nonostante voi facciate ogni tipo di sforzo per non perdere il legame con le persone a cui volete bene, spesso i vostri sforzi non condurranno proprio a una cippa di nulla. Mi spiego: potete mandare quanti sms, e-mail o messaggi su FB volete, ma sappiate fin d’ora che sovente non verranno cagati pari. È così. Tranne qualche sparuto e coraggioso personaggio che tiene veramente a voi, gli altri avranno di meglio da fare che rispondere ai vostri messaggi. Loro a casa hanno una vita. In particolare sappiate che proprio le persone, grazie a dio non tutte, che hanno dichiarato che vi resteranno vicine comunque, che il legame che c’è tra di voi è più stretto di quello atomico, saranno le prime a cancellarvi dalla rubrica.
– La prova suprema di quanto detto sopra è che nel momento in cui VOI smettete di mandare piccioni viaggiatori ai vostri amici, questi scompariranno nel nulla, come inghiottiti da un buco nero. Vi sareste aspettati che fossero loro, preoccupati dalla vostra assenza, a farsi vivi? Errore.
– Se poi, passati lo stupore e la delusione, decidete che vale la pena comunque mandare la duecentesima e-mail a Tizio, in cui raccontate come vi va e poi chiudete con “E tu, invece, come stai? Dimmi!”, sappiate che possono accadere due cose. La prima è che non riceverete mai risposta, come se non aveste mai posto la domanda. La seconda è l’amico vi manderà una risposta tipo: “Uh che bello avere tue notizie! Dai, ti racconto come sto, così ci teniamo aggiornati. Che bello, dai. Ora sono incasinatissimo/a eh, ma giuro su quanto ho di più caro al mondo che appena ho 45 secondi liberi, ti scrivo. Non vedo l’ora, un abbraccione.”, per poi inabbissarsi nelle paludi del nulla. È provato statisticamente, entrambi i casi accadono 9 volte su 10 (fonte: io).
Suppongo sia tutto naturale, come detto, e d’altronde non si può pretendere che tutti siano lí davanti al PC nell’attesa di potervi mandare un messaggio o chiedervi come state, dato che siete stati voi a decider di partire e a sparire dalla vista. Però fa tristezza lo stesso. La cosa positiva è che – come detto – non tutti coloro che avete lasciato a casa si comporteranno in questo modo e quindi per voi sarà facile “scremare” e capire chi davvero ci tiene a voi e chi invece replicherebbe alle vostre rimostranze con una risposta à la Via col Vento, ossia con un bel “Francamente, mia cara, (di te) me ne infischio”!
Mi hai letto nel pensiero di questi ultimi mesi!!! Nel mio caso ci e’ voluto un anno circa di espatrio, ma adesso sono esattamente in quella situazione di abbandono tanto dolorosa e deludente da parte di alcune care amiche…La cosa che mi fa piu tristezza e’ che mandare un sms o un Whatssup non ci vuole che 10 secondi, ma che fatica costa? Mi sono arresa al fatto che lontananza=addio in molti casi, peccato proprio adesso che avrei bisogno di loro dato un periodo un po delicato… Meno male che rimane sempre la cara vecchia mamma, che da brava italiana, sento quasi tutti i giorni (:
Grazie dell’articolo, so che qualcuno mi capisce.
Cara Maria, mi spiace. Il tuo commento comunque conferma che la mia teoria su come si evolvono le amicizie una volta che si è expat non è solo frutto della mia immaginazione. Comunque io mi concentro su chi ha voglia e piacere di rimanere in contatto con me e gli altri… peggio per loro! 🙂
Si!!!! E magari su nuove amicizie in giro per il mondo (:
🙂
Ciao Eireen, nel mio caso sono sparite alcune amicizie non solo quando ho espatriato, ma anche quando ho cambiato città, rimanendo sempre in Italia.
Amici che lasci, amici che trovi è stato il mio mantra per accettare questo, anche se non è facile fare amicizia. Con un paio di amiche invece è rimasto il contatto da 25 anni oramai. Poche ma buone
katia
Massí, hai ragione Katia: con l’età che avanza gli amici diventano meno, ma più preziosi. È che in questo periodo ho il dentino un po’ avvelenato su questa tematica e allora mi sono sfogata cosí! 🙂
Quello che hai scritto è normale e vale sia per l’estero sia per l’Italia. Ho cambiato molte città ma stranamente sono rimasto in contatto con quelli che abitano le città toccate piuttosto che con quella di origine.
C’est la vie, I suppose!
Io sono entrata nel quinto anno di espatrio…. Dopo il primo anno e mezzo, erano giá spariti tutti escluso due amici, che sento ancora tramite email. Persino la mia migliore amica di 15 anni era diventata tutto un “sí ti chiamo tra trenta secondi ” (6 mesi minimo prima di un sms, nemmeno una chiamata!), al che mi sono sentita autorizzata a scriverle che non la consideravo più un amica per niente e che era evidente che non le fregava più un acca di me o ciò che facevo. Sicuramente “c’est la vie” e sono molto contenta di aver letto questo tuo articolo, anche se in ritardo, perché vuol dire che questa situazione è abbastanza comune tra gli espatriati 😉 ribloggo il tutto con piacere, come al solito!
L’ha ribloggato su Merlin and the Round Table Knightse ha commentato:
Un bellissimo articolo trovato su La Pozione Magica riguardo a come gli amici si comportano in caso di vostro espatrio…. alla fine dell’articolo vi sentirete meno soli in questa situazione…. Io ci sono passata quasi tre anni fa. Poi vi fate gli amici dove siete, normale 🙂
io non sono un expat e non so come ci si possa sentire…nel mio piccolo però ho subito un trasferimento quando ero appena nata da Napoli alla provincia di Milano, poi a 7 anni dalla provincia alla metropoli. Tuttora non ho amicizie fisiche, ma molte sono lontane per ragioni di altrui trasferimenti. C’è da dire una cosa: se una persona era abituata a comunicare con te in altro modo da mail o sms, non puoi pretendere da loro questo sforzo. Alcune amicizie sono fatte per esistere fin tanto che si sta vicini. Si contano sulla punta delle dita quelle che ti porterai per tutta la vita, anche magari non sentendosi spesso (non è necessario per mantenere un’amicizia). Farsene di nuove è il modo giusto per superare questa malinconia. Un salutone
Che dire? Forse ha ragione Lauryn… ” una persona era abituata a comunicare con te in altro modo da mail o sms, non puoi pretendere da loro questo sforzo.”….
Grazie a NL per il reblog!
Non sono della stessa opinione. Se ci tieni all’amicizia comunichi anche con i piccioni viaggiatori o i segnali di fumo…
katia
Ma guarda Katia, non lo so… credo ci siano persone che le “relazioni a distanza” proprio non le reggono, non ci riescono. Per loro mandare un’e-mail o un sms non é la stessa cosa che vedesri di persona e parlare vis-a-vis. E certo non si può pretendere che cambino…
Forse è così, ma è un peccato, perchè anche con skype per esempio, ci si può “vedere”. Mi ricordo la tristezza di mio nonno nel raccontare dei suoi parenti e amici emigrati in America e mai + rivisti. A parte le cartoline e lettere non vi era nulla. In ogni caso queste persone che amano parlare solo vis-a-vis, non sono scusate se non ti cercano nemmeno quando sei materialmente a pochi passi da loro, almeno nel mio caso.
katia
Tristissimo, ma verissimo. Ci sono persone che non riescono a sopportare una relazione a distanza, che sia amicizia o amore, nemmeno se ci sono 150 km a dividervi. Non so, non riesco a capire come si possa essere così superficiali da mettere da parte dei rapporti (apparentemente dico adesso) importanti solo perchè non si vive più nel raggio di mezz’ora di macchina. Sono prontissime a sostituire l’amico trasferitosi solo in una regione vicina con una nuova persona, e se quest’ ultima dovesse a sua volta andarsene dopo qualche tempo, via, avanti un altro. Ormai me ne sono fatta una ragione, la prendo con leggerezza perchè so che è inevitabile, ma l’amarezza che ho provato nello scoprire tutto questo meccanismo è stata davvero tanta.
Evidentemente proprio tanto amici non dovevano essere però, perchè gli amici, quelli veri, non li perdi mai definitivamente. Le occasioni di contatto si riducono certo, ma riuscite a sentirvi ogni tanto e quando torni nella tua città natale, trovate sempre l’occasione di rivedervi almeno per un gelato insieme. Ecco.
Sono riuscita a leggere solo oggi questo articolo e sono pienamente d’accordo. Vorrei solo aggiungere quanto segue: e quelle volte che rientri in patria per pochi giorni, avvisi questi “veri” amici in tempo, in modo da organizzarsi per vedersi e poi all’ultimo succede sempre qualcosa e non ci si vede mai. La prima volta, pensi “che sfortuna!”, la seconda “cavolo, che imprevisto!”, la terza volta ti scappa la poesia e inserisci il nome nella lista degli ex-amici! Sgrunt 😦 !
In generale mi pare che qui vi siano due fazioni. La prima è formata da coloro che pensano sia naturale perdere i legami con gli amici in patria e che questi – a lungo andare – non contattino più l’espatriato.
La seconda è quella di chi invece crede che se si tiene ad un’amicizia, si debba fare di tutto per mantenerla, anche se l’amico si è spostato all’estero e anche se non ci viene poi così naturale scrivere e-mail o messaggi di altra natura. Chi avrá ragione???
Cara Eireen, tutti noi espatriati abbiamo vissuto questa sorta di “abbandono” sulla nostra pelle e il tuo post mi ha fatto ricordare quanto la cosa mi facesse soffrire all’inizio. Più che di messaggi o telefonate io ero desiderosa di rivedere tutti ma proprio tutti gli amici carissimi in quelle rare occasioni in cui tornavo in Italia. E ti giuravano che si, almeno per un caffè ci si doveva assolutamente vedere. E invece appena mettevo piede sul suolo patrio c’avevano tutti qualcos’altro da fare e io restavo sbigottita e sola. Poi ci ho fatto l’abitudine e non mi aspetto più nulla. E di tanto in tanto capita che l’amica di sempre, persa da anni nel silenzio di ogni mezzo comunicativo a disposizione, si rifaccia viva e faccia di tutto per rivederti. Qualche volta succede. E quando succede ne sono felice, dimentico di chiedere il perchè del silenzio e, dopo un fiume di chiacchiere davanti ad un caffè, non mi domando più se ci si rivedrà o risentirà per i prossimi 10 anni.
C’est la vie 🙂
Che brava che sei! Dovrei sposare la tua filosofia del “vivi e lascia vivere”! 🙂
A me oltre a succedere quello che hai raccontato e’ successa recentemente una cosa ancora piu’ stupefacente. Rientrata dopo 3 anni da expat in Italia ho trovato amiche assenti, incapaci di capire che ero veramente tornata, che per il mio reintegro nella “vita di prima” avrei avuto anche bisogno di loro, restie (senza darlo a vedere, ma sicuramente nei modi) a riprendere una relazione “normale” (se si puo’ definire normale solo un’amicizia faccia a faccia!)…
Vorrei sapere se altri expat hanno trovato difficile il reintegro nelle vecchie amicizie… A volte penso sia come se si fossero abituate alla mia assenza…. brutto dirlo ma e’ cosi’.
@Ally
Io grazie a Dio mai e poi mai tornerò….non solo perchè ho sposato un locale ma prima di farlo mi incateno a Buckingham Palace, lo giuro… Anche se la regina ha da ridire 😀
Per me le vecchie amicizie possono tutte bruciare nella loro supponenza ed arroganza del “io ho da fare più di te/sono impegnata o impegnato più di te” e non esistono più. Manco morta li/le richiamo. A volte mi è venuto la tentazione di riallacciare le amicizie ma poi penso… Perchè? Per sentire le loro cose ritrite e ritrite di cui non faccio parte da anni comunque? MAI.
Devo dire la verità: a me è andata bene, nel senso che ogni volta che torno in Italia in vacanza ho frotte di amici che vogliono vedermi. Davvero, mi suona il cell di continuo e arrivano cofane di sms. Il problema é quando torno via, dato che alcuni si eclissano al 100%. E io ci rimango male.
@SMerlinC hai centrato proprio il punto, ho trovato supponenza ed arroganza e un pizzico di esclusivita’, come se ormai fossi restata fuori…..e li’ dovessi rimanere: fuori dai giri. quando tornavo in Italia Eireen anche per me era cosi’ tutti che mi reclamavano, e io a spaccarmi anche solo per 4 giorni per vedere tutti, poi una volta fissa di nuovo in patria, la musica e’ cambiata. A volte ci penso anche io a tentare di fare uno sforzo e passare sopra a cose percepite e viste, ma nutro ora forti dubbi sul valore di queste amicizie…..
Confermo . Le mie amicizie sia in italien quando ero in teutonia che vcs ora sono decadute molto piu velocemente del piu benigno degli elementi radiattivi. Ma ora ho una ristrettissima cerchia di persone che tengono a me alcolace@gmail.com voglio ringraziarti per la compagnia che mi hanno fatto i tuoi articoli nel tempo. Ciao !!